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mar 28 2013

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Parma in Pillole: la basilica paleocristiana di Piazza Duomo

Piazza_Duomo_3E’ stata ipotizzata l’esistenza di una in . Nel 1955 a 2 m di profondità venne recuperato un mosaico datato al IV sec. d.C. , antecedente ad una paleocristiana, la . Di quest’ultima è stato recuperato un brano musivo decorato con il simbolo cristiano del kantharos pieno di nettare tra pesci e ottagoni, in uno dei quali compaiono i nomi dei benefattori che donarono il pavimento: Clarus e Decentius .

Secondo M. Catarsi l’edificio era verosimilmente a tre navate e il mosaico recuperato doveva occupare la navata di destra, ampia circa 4,6 m; nello scavo del 1955 vennero, infatti, scorti altri lacerti musivi pertinenti alle altre navate, tra i quali un opus sectile decorato a lastrine marmoree disposte a formare disegni geometrici e motivi floreali . È stato anche ipotizzato che tra la basilica paleocristiana e le murature rinvenute nel cortile del Vescovado, forse pertinenti all’Episcopio, sorgesse un battistero . È possibile che alla defunzionalizzazione dell’area forensis (attuale Piazza Garibaldi) avvenuta tra V e VI sec., corrispose e fece da contraltare lo spostamento in questo settore nord-occidentale del baricentro della città.

 

Glossario

Domus ecclesiae: termine latino con il significato di “casa dell’assemblea” o “casa della chiesa”. Era un edificio privato, adattato alla necessità del culto, nella quale si radunavano i primi cristiani in epoca precedente all’editto costantiniano del 313.

Kantharos (pl. kantharoi): dal greco κάνθαρος, latino cantharus. Era una coppa per bere diffusa in ambito greco ed etrusco. Il termine deriva da fonti antiche le quali tuttavia non permettono di individuare con certezza a quale forma venisse attribuito. Per convenzione in età moderna si applica ad una coppa che, nella sua forma più tipica e diffusa, è caratterizzata da due alte anse verticali, che si estendono in altezza oltre l’orlo incurvandosi verso di esso, un invaso profondo, leggermente distinto in una parte superiore e una inferiore, quest’ultima distinta dallo stelo da una modanatura ad anello, con un diametro che mediamente misura tra i 10 e i 15 cm. È ricorrente nelle rappresentazioni vascolari e spesso come attributo di Dioniso.

Opus sectile: è un’antica tecnica artistica che utilizza marmi (o, in alcuni casi, anche paste vitree) tagliati per realizzare pavimentazioni e decorazioni murarie a intarsio.

Area forensis: o Forum, in italiano foro, è una parola latina che indica la “piazza”, il luogo centrale di ogni città romana, dove sorgevano i principali edifici pubblici, destinato a tenervi il mercato e trattarvi affari. Siccome tra gli edifici del Foro vi erano quelli (basiliche) dove si tenevano le udienze e si discutevano le cause davanti ai magistrati, si origina il significato moderno, giuridico, di “autorità competente per territorio”. Il forum si trovava quasi sempre all’incrocio delle due strade cittadine principali: il cardine e il decumano massimo.

 

Bibliografia

G. Bigliardi, Atlante Archeologico del Comune di Parma, 2011 (Area di scavo n. 98; sito n. 98/1)

Il Museo Diocesano di Parma, a cura di A. Bianchi, M. Catarsi Dall’Aglio, Parma, pp. 30-31

M. Catarsi, Storia di Parma. Il contributo dell’archeologia, in Storia di Parma, II, Parma romana, a cura di D. Vera, Parma 2009, p. 489.

 

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