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Età romana

La deduzione delle colonie gemelle di Mutina e , avvenuta nel 183 a.C., rappresenta uno dei momenti conclusivi del processo di conquista romana dell’Italia padana, iniziato dalla Repubblica un secolo prima, nel 283 a.C., con la vittoria di Manio Curio Dentato sui Galli Senoni.

Nel momento in cui i Romani diedero avvio all’espansione verso Nord il confine dell’Italia romana era segnato dal fiume Aesis (Esino) sul versante adriatico e dal fiume Arnus (Arno) sul versante tirrenico. Oltre tali limiti il territorio si caratterizzava per una molteplicità di popoli e culture. I gruppi etnici prevalenti dal punto di vista demografico erano: a ovest i Liguri, cisappenninici e transappenninici, al centro e ad est i Galli, cisalpini e transpadani, oltre il Po questi ultimi confinavano a oriente con i Veneti. Le due popolazioni principali, Liguri e Galli, comprendevano più gentes, a loro volta divise in tribù. Nel mondo ligure non sembra individuabile una qualche gerarchia di potere, mentre tra i Galli tre comunità, in particolare, raggiunsero delle posizioni egemoniche: i Senones nel settore sud-orientale, i Boi nella Cispadana, incentrati su Felsina-Bononia, e gli Insubri nella Transpadana, incentrati su Mediolanum.

Nel territorio parmense tra le gentes liguri troviamo i Friniates e i Veleiates, insediati nelle valli dell’Appennino modenese, parmigiano e piacentino, e gli Apuani oltre lo spartiacque appenninico nei territori compresi tra la Lunigiana e la Garfagnana; nella media e bassa pianura troviamo, invece, per le gentes galliche, i Boi. Questi vennero definitivamente debellati solo nel 191 a.C. dal console Publio Cornelio Scipione Nasica e, dopo aver fatto atto di sottomissione, furono costretti a cedere metà del loro territorio, affinché il popolo romano vi potesse dedurre delle colonie.

Pochi anni dopo, nel 187 a.C., il console Marco Emilio Lepido, in seguito ad alcune brillanti vittorie sugli Apuani cisappenninici e sui Friniates transappenninici, realizzò la via Aemilia, congiungendo le città di PlacentiaBononia ed Ariminum[. Tale infrastruttura, da alcuni considerata assieme alle colonie ad essa collegate come la più antica forma di limes, inteso come frontiera presidiata, venne rafforzata quattro anni dopo con la deduzione di due nuove coloniae civium Romanorum, appunto Mutina e Parma.

 

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Età romana repubblicana: il territorio parmense extra-urbano

  A breve anche le mappe interattive. Clicca sull’immagine per ingrandirla.                   Livio ci informa che al momento della fondazione della colonia erano presenti sul territorio 2.000 famiglie, alle quali vennero distribuiti appezzamenti di terreno attraverso un sorteggio, per questo denominati sortes, delle dimensioni di 8 iugera ciascuno, corrispondenti a circa 20.180 mq. …

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Età romana- Bibliografia

G. Bandelli, Parma durante la Repubblica. Dalla fondazione della colonia a Cesare, in Storia di Parma, II, Parma romana, a cura di D. Vera, Parma 2009, pp. 181-218. G. Bigliardi, Atlante archeologico del Comune di Parma, 2011 (leggi on-line) G. Brizzi, La presenza militare romana nell’area alpina orientale, in Castelraimondo: scavi 1988-90. I, Lo scavo, …

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