Non un semplice villaggio posto a livello dei campi, ma un insediamento fortificato posto in posizione dominante rispetto alla campagna circostante e solidamente difeso dalla palizzata lignea prima e da un massiccio terrapieno poi. Questo ha scoperto la 29° campagna di scavi archeologici alla “Terramara” S.Rosa di Fodico a Poviglio, nella Bassa reggiana.
Tutto questo conferma il quadro di conflittualità nella società terramaricola dell’Età del Bronzo (circa 1650-1150 a.C.) sulle vie dei commerci nella pianura padana. Un quadro di tensioni, spiega il professor Mauro Cremaschi dell’Università Statale di Milano, che «sta emergendo dalle recenti ricerche e giustificherebbe il massiccio investimento di lavoro impiegato per sviluppare le strutture difensive dei villaggi».
Gli scavi, sostenuti da Ministero, Soprintendenza dell’Emilia Romagna, Università di Milano, Comune di Poviglio e sponsor privati, come ogni anno sono stati accompagnati da visite guidate; la campagna è stata confermata quest’anno nonostante il periodo di crisi per la peculiarità del progetto Santa Rosa, che «di anno in anno – rileva l’assessore alla Cultura di Poviglio, Filippo Ferrari – consente di arricchire il patrimonio di conoscenze sul mondo terramaricolo». Il sito Santa Rosa è esteso per circa sette ettari.
Gli antichi villaggi delle Terramare (“terra marna”, grassa come il terriccio stratificato nei secoli) sorgevano in una vasta zona tra l’Emilia e la bassa pianura di Cremona, l’Alto Mantovano e Verona, con attività di deposito e snodo di merci come l’ambra dal Baltico e lo stagno dai Monti Metalliferi, verso l’Adriatico e il Mediterraneo orientale.
Fonte: Gazzetta di Parma